Anoressia nervosa, da quali sintomi possiamo riconoscerla?

Psicoterapia • 30 marzo 2016 • Commenti:

Una malattia, che colpisce soprattutto ragazze, preda di bullismo o di modelli sociali sbagliati. Non sempre, però, i genitori se ne rendono conto, perché la diretta interessata tende a mentire e a negare il problema. Allora, come riconoscerne i sintomi? 

Anoressia: una parola tristemente nota a molti, che porta con sé un bagaglio di disagio e di malattia mentale che colpisce, per lo più, giovani donne (25 volte più degli uomini).

Il termine deriva dal greco – orexis, che significa appetito, preceduto da alfa privativa. Quindi, la persona anoressica è quella che nega le normali pulsioni al nutrimento.

Quali sono le cause dell'anoressia?

Le cause dell’anoressia sono molte e possono essere di natura diversa: patologie varie (epatiti, polmoniti, AIDS, cancro, insufficienza renale, etc…), intensa esposizione a radiazioni ionizzanti, utilizzo di stupefacenti (anfetamine, stimolanti, cocaina, etc…).

Tuttavia, l’anoressia spesso non è indotta da cause esterne, ma endogene. Una ragazza che si vede grassa, bullizzata oppure al continuo inseguimento di modelli dello spettacolo può sentirsi inadeguata. Così, inizia a rifiutare se stessa e a eliminare il cibo, pensando che tutti i suoi problemi siano legati a un aumento di peso, spesso solo immaginato. Anche un complicato rapporto con i genitori può essere una causa frequente.

Infatti "Bruch (1973) ha evidenziato attraverso l’accurata ricostruzione della storia evolutiva delle sue pazienti, adolescenti anoressiche, che una relazione disfunzionale precoce con le figure di accudimento (la mamma e il papà) si presentava spesso nella sfera alimentare; anche nella mia esperienza clinica noto una corrispondenza tra conflitti familiari e disturbi alimentari. Poi, oggi più che mai, i preadolescenti sono consapevoli dell’importanza della loro immagine corporea per essere accettati dal gruppo di appartenenza. L’aspetto fisico influenza l’immagine di sé, l’autostima e lo status sociale. La pubertà si accompagna a modificazioni del corpo che non sempre i ragazzi accettano".

Inoltre, continua a spiegare la dott.ssa Simona Speluzzi, psicoterapeuta: "La persona affetta da disturbi alimentari e da anoressia nervosa, nella maggior parte dei casi non è consapevole di avere problematiche emozionali che vengono trasferite sul cibo e sulla propria immagine corporea. È fondamentale che la famiglia non sottovaluti la gravità di un disturbo alimentare che può manifestarsi con un’attitudine critica nei confronti del proprio corpo spesso visto come troppo grasso anche quando è già ai limiti inferiori delle scale di riferimento. AI primi sospetti o ai primi segnali di anoressia di un adolescente o di un pre-adolescente la famiglia deve chiedere aiuto immediatamente a uno psicoterapeuta prima che i problemi psichici e fisici dei ragazzi richiedano un ricovero. Ai genitori consiglio di non vergognarsi di chiedere aiuto, perché questo sarà d’esempio anche per i figli nel momento in cui si rendano conto di essere in difficoltà".

Quali sono i primissimi sintomi dell’anoressia?

Prima di tutto, non è facile capire subito con che cosa si ha a che fare. Il peso può diminuire per tante ragioni, non legate per forza a questa patologia, ma un buon metodo per intuire se ci si trova ai primi stadi è il controllo della colorazione del palmo delle mani e della pianta dei piedi: se tendono al giallo/arancione può dipendere dall’eccesso di assunzione di vegetali (che le persone anoressiche assumono in grandi quantità), che contengono carotenoidi, responsabili della particolare colorazione. I sintomi sono molto simili a quelli dell’itterizia, per cui è bene controllare quale delle due patologie sia eventualmente in corso.

Quando, a poco a poco, i sintomi dell’anoressia diventano evidenti, lasciano sul corpo segni indelebili. Senza nutrimento, il fisico deperisce e al progredire della malattia, i segnali assumono un’evidenza innegabile:

  • bradicardia;

  • debolezza di unghie e capelli;

  • alopecia;

  • stanchezza generale;

  • aspetto emaciato;

  • riduzione della massa magra e di quella ossea;

  • pelle secca;

  • assenza del normale ciclo mestruale;

  • valori tiroidei e ghiandolari in generale alterati, etc.

Dal punto di vista psicologico, il comportamento tende all’ossessività col rifiuto categorico di grassi e zuccheri, con l’eccessivo esercizio fisico, con l’abuso di lassativi e di assunzione di acqua, fino ai sintomi depressivi e all’idea del suicidio.

Guarire da questa malattia è possibile, soprattutto se diagnosticata in tempo. Per un felice epilogo sono fondamentali la vicinanza di genitori e amici, la presenza di un medico che sappia consigliare una terapia adeguata e il supporto psicologico all’intera famiglia.

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